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Nato a Bologna il 5 marzo 1922 da Carlo Alberto Pasolini e Susanna Colussi, inse- gnante friulana, Pier Paolo Pasolini trascorre la sua infanzia spostandosi da una città all’altra del Nord Italia a causa del lavoro del padre, ufficiale di fanteria ravennate. Nel 1942 pubblica la sua prima raccolta di versi in dialetto friulano, Poesie a Casar- sa, meritando l’entusiastica recensione del filologo Gianfranco Contini. Entrato in clandestinità dopo l’8 settembre 1943, Pasolini si rifugia a Versuta con la madre. Nel 1945 si laurea in Lettere a Bologna e tra il 1947 e il 1949 collabora con giornali locali e nazionali. A causa di una denuncia per corruzione di minori, dalla quale anni dopo sarà scagionato, viene sospeso dalla scuola dove insegna ed espulso dal PCI. È il 1950, Pasolini lascia il Friuli e fugge con la madre a Roma. Spaesato e senza un lavoro, i pri- mi anni nella Capitale sono per lui molto duri. Il poeta, che inizialmente abita in una camera in affitto nel centro storico, all’arrivo del padre è costretto a trasferirsi nella periferia romana dove entra in contatto con il popolo delle borgate. In questo perio- do, collabora a diversi quotidiani e periodici con racconti e recensioni di poeti come Sandro Penna e Vittorio Clemente, grazie al quale ottiene un posto d’insegnante in una scuola privata. Intanto, Bassani lo introduce nel cinema e Pasolini inizia a scrivere sceneggiature. Di lì a poco, lascia l’insegnamento e pubblica il suo primo romanzo Ra- gazzi di vita. Quando, nel 1957, esce Le ceneri di Gramsci, Italo Calvino saluta la raccolta come l’opera che apre una nuova epoca della poesia italiana.