Quello del plagio negli elaborati universitari è sentito come un problema soprattutto all’estero, dove sono nati addirittura dei consorzi tra università per cercare di limitare il fenomeno. Ma ora il campanello d’allarme suona anche per gli atenei italiani, alcuni dei quali cominciano a far uso di nuove tecnologie messe a punto proprio per scoprire gli studenti copioni.Arrivano anche in Italia isoftware antiplagio per contrastare il fenomeno del “copia e incolla“. Un’abitudine sempre più diffusa tra gli studenti alle prese con la scrittura della tesi di laurea.
A renderlo noto è l’azienda francese Six Degrés specializzata in software antiplagio che ha visto alcune facoltà italiane – tra cui la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze e la facoltà di Economia dell’Università di Milano Bicocca – abbonarsi ai suoi servizi di software antiplagio “Compilatio”.
Questi software non fanno altro che scandagliare tutte le frasi dei testi in versione digitale e ricercare le loro occorrenze sul web. Dopodiché c’è da fare la distinzione tra chi ha opportunamente citato la fonte, e chi invece ha finto di esserne l’autore, e vedere quanto è alta la densità di periodi copiati rispetto alla lunghezza totale della tesi.
Secondo un’inchiesta sulle tesi di laurea copiate in Italia, diffusa dalla stessa azienda Six Degrés la scorsa primavera, a sfruttare i vantaggi del copia e incolla sarebbero addirittura il 50 per cento delle tesi di laurea.
La lotta al plagio da parte dei docenti è un fenomeno che ha avuto molta risonanza all’estero, soprattutto nelle università francesi, e soprattutto a partire dalla diffusione del web 2.0, dove Internet è a portata di tutti e la ricerca delle fonti bibliografiche per la stesura della tesi avviene spesso più on-line che nelle tradizionali biblioteche.
Il gesto di copiare e incollare parti di testo è diventato spontaneo nelle ricerche dei laureandi che spesso, per trascuratezza o per carenza di idee, non citano accuratamente le fonti utilizzate né in bibliografia né nelle note a piè di pagina. C’è anche da dire che pochi sono i relatori o i docenti che attualmente dedicano del tempo a formare i laureandi su come scrivere una tesi di laurea, comprese bibliografia, citazioni e note. La colpa insomma, non è tutta degli studenti.