euronews reporter – Romania, lotta di potere nel cuore dello Stato

http://it.euronews.com/ Bucarest. Un gruppo di persone cerca d’interrompere un comizio del Presidente Badescu. Armati di megafoni e striscioni, queste persone sono qui per chiedere le dimissioni del Capo dello Stato. La chiamata al voto per il secondo referendum per l’impeachment del Presidente Traian Basescu è stato soltanto l’ultimo dei colpi della faida politica rumena che da mesi vede contrapposti tra loro le due più alte cariche dello Stato.

Il Primo Ministro Victor Ponta accusa il Capo dello Stato di abuso di potere. Basescu replica accusando l’esecutivo di sinistra di star compiendo un colpo di stato. I Think tank rumeni avvertono, lo stato di diritto è in pericolo. Sorin Ionita dell’Expert Forum ci spiega:” In Parlamento esiste ancora una maggioranza, nella classe politica, che non vuole l’indipendenza giudiziaria. La storia dell’impeachment del Presidente serve in realtà ad altro: fare in modo che all’interno del sistema giudiziario venga garantita l’impunità della classe politica. Volete una giustizia indipendente? Sotto la pressione europea, abbiamo tutti risposto di si. Ottenuta l’indipendenza sono iniziate le prime indagini e i primi arresti..questo ha spaventato la classe politica. Sono scioccati. Hanno creato questa coalizione per rimpiazzare il Presidente che ha scelto di cambiare registro”.

Tra i partecipanti al comizio presidenziale di Bucarest abbiamo incontrato uno dei suoi più stretti collaboratori: Cristian Preda, deputato europeo e vicepresidente del Partito Democratico Liberale, il Partito di Basescu. Preda:”Credo davvero che da questa battaglia politica dipenda l’ingresso della Romania nell’area Schengen. Ci aspettavamo dei progressi nel campo della giustizia e sfortunamente è proprio qui che ora abbiamo dei problemi, nella giustizia costituzionale. Si tratta davvero di un atto di tirannia della maggioranza contro lo Stato di Diritto”.

La Romania è entrata a far parte dell’Unione europea nel 2007. Bucarest spera ora di accedere anche all’area Schengen. Un passo, che però, potrebbe essere posticipato a causa della crisi politica che attraversa il Paese.

L’esecutivo Ponta è salito al potere lo scorso mese di maggio. In pochi mesi ha cercato di ridurre il ruolo della Corte costituzionale, considerata sotto il diretto controllo e influenza del Presidente Basescu.
Discutiamo della situazione attuale con uno dei Presidi della scuola nazionale di amministrazione e scienze politiche di Bucarest, Cristian Parvulescu:”Il Presidente Basescu incarna la personalizzazione della vita politica, cerca di tenerla sotto controllo con autoritarismo. Nella Corte costituzionale abbiamo al momento 5 membri di provenienza politica. Su 9 giudici, 5 hanno un passato politico, sono ex ministri, ex deputati. E’ una corte molto politicizzata”.

Basescu è stato eletto nel 2004 grazie a un programma incentrato essenzialmente sulla lotta alla corruzione. Il Presidente godeva all’epoca di un ampio sostegno popolare. Poi l’approvazione di politiche d’austerità e l’inasprirsi della crisi economica ne hanno incrinato la fama.

L’economia rumena è peggiorata da quando la crisi politica si è rafforzata. Tra gli industriali del Paese c’è un certo malumore verso le decisioni prese dal Governo.

A Bucarest incontriamo il fondatore di “The New Republic”, un nuovo partito ispirato alla libertà di mercato e alla lotta alla corruzione: Mihail Neamtu:”Il Governo sta appoggiando chi è accusato di reati morali, legali e penali. L’esecutivo è responsabile in questi giorni del rafforzarsi e del peggioramento della crisi economica. Il Primo Ministro, Victor Ponta, è responsabile di plagio di tesi di laurea. Ma è soprattutto responsabile di questa inaccettabile crisi politica, che lui stesso ha provocato, sostenuto da socialisti corrotti. Credo che l’unica soluzione sia che Ponta si dimetta”.

L’agitazione politica ha creato dei dubbi riguardo la possibilità per il Paese di rispettare gli accordi con il Fondo Monetario Internazionale.

Se la ragione della caduta di consensi del Partito Democratico Liberale è stata l’approvazione di misure d’austerità, anche il centro sinistra di Ponta si muove nella stessa direzione.

Tutti ricordano ancora le immagini delle proteste di piazza di gennaio contro l’approvazione da parte di Basescu di misure che tagliavano pensioni servizi sanitari e stipendi pubblici.

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