Scavi di Nora, gli studi isotopici e la bioarcheologia

Il Dipartimento Beni Culturali dell’università di Padova, diretto dal professor Jacopo Bonetto, dagli scavi di Nora, in Sardegna, cerca di capire di più dalle necropoli fenicio-puniche indagate in tante campagne di scavo. Dai resti umani, inumati o cremati, si cercano di capire le dinamiche di mobilità e di interazione bioculturale attive nel bacino Mediterraneo.

L’Università di Padova, che ha in concessione ministeriale lo scavo, e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna ci lavorano dal 1990.

La più complessa fase di indagine prevede l’utilizzo delle analisi degli isotopi dello stronzio. Il variare delle concentrazioni degli isotopi dipende dalla geologia locale attraverso il passaggio dello stronzio dal suolo alle piante, agli animali che se ne nutrono sino a noi, il livello di stronzio locale viene assorbito e fissato nei tessuti mineralizzati.
La bioarcheologa Melania Gigante ci spiega in questa intervista come si lavora al laboratorio di Ponte di Brenta, Padova.

Il reportage completo con altre interviste, indicazioni bibliografiche e schede su www.archaeoreporter.com
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